
OSKAR ALEGRIA
Cineasta e direttore artistico del Festival Internazionale di Cinema Punto de Vista dal 2013 al 2016 a Pamplona, Spagna. Il suo primo lungometraggio La casa Emak Bakia (2012) racconta la storia della ricerca della casa sulla costa basca dove Man Ray ha girato il suo film Emak Bakia, edificio che si credeva scomparso e il cui nome, che in basco significa “lasciami in pace”, è stato il motto della carriera dell’artista americano. Il suo secondo lungometraggio Zumiriki (2019) racconta l’esperienza del regista stesso, isolato nella foresta della sua infanzia per quattro mesi, in una capanna di legno di fronte a un’isola affondata dalla costruzione di una diga. Zumiriki è stato presentato in anteprima internazionale nella sezione Orizzonti della 76ª Mostra del Cinema di Venezia, è stato tradotto in 15 lingue, premiato come miglior opera documentaria nella sezione Nuevas Olas al Festival del Cinema Europeo di Siviglia e come miglior film al PerSo – Perugia Social Film Festival 2019. Autore del progetto fotografico Las Ciudades Visibles, del saggio Oteiza, notas al margen, sull’opera di Jorge Oteiza, e curatore del volume Time (con testi di John Berger, Víctor Erice, Jonathan Rosenbaum, Georges Didi-Huberman e Nicole Brenez), sta attualmente preparando un progetto di entomologia e filologia sui 127 diversi nomi di farfalle in lingua basca.
TARIK BERBER
Tarik Berber nasce il 12.07.1980 a Banja Luka, Bosnia ed Herzegovina. Nel 1991 si trasferisce con la famiglia a Bolzano, frequenta il Liceo Scientifico Torricelli, finito il quale si iscrive all’Accademia delle Belle Arti di Firenze, corso di pittura col Prof. Adriano Bimbi. Già dal secondo anno inizia a lavorare con la prestigiosa galleria d’Arte fiorentina Poggiali e
Forconi, che lo porta a tutte le principali fiere d’Arte italiane. Nel 2004 è il più giovane artista ad essere invitato a esporre all’inaugurazione del MACI (Museo d’Arte Contemporanea di Isernia) nello stesso anno partecipa alla Seconda Biennale InTranSito, Museo Nazionale Castel Sant’Angelo, Roma, poi a Sassoferrato alla Rassegna Internazionale d’Arte G.B.Salvi-Aperture-, curato da Mauro Corradini e poi alla seconda Rassegna Internazionale d’Arte Citta’ di Bozzolo, Don Primo Mazzolari, dove vince il primo premio d’acquisto. Nel maggio 2006 ha la prima personale al Museo Nazionale Villa Pisani, Strà, Venezia. Nel 2007 si trasferisce a Berlino, ma dopo un anno e mezzo litiga con la luce del nord Europa e torna in Italia. Dal 2012 al 2015 finisce 2 animazioni video disegnate a mano che attraggono l’attenzione della BBC, InsideArt e Vimeo Staff Picks con piu di 60.000 visualizzazioni. Nell’estate del 2015 è invitato per una serie di 4 mostre personali in Bosnia ed Hercegovina e Slovenia: a Maribor presso la galleria ARMAMAXA, alla City Gallery di Bihac, Galleria Nazionale di Sarajevo e la Galleria G&M di Tuzla. In questo periodo regala il progetto di un libro per bambini all’orfanotrofio di Kulen Vakuf (BiH) che lo stampa e distribuisce. Verso la fine del 2015 inizia a lavorare con la prestigiosa Albemarle Gallery di Londra (Mayfair) in questo periodo conosce Edward Lucie-Smith, famoso storico e critico d’arte inglese, che lo intervista e scrive un testo su di lui per il catalogo della mostra presso Art Moor House, grattacielo costruito dall’archistar Lord Norman Foster, nella City di Londra. Nel 2016 è il finalista del “Ibero-American Art Award Exhibition” all’ambasciata di Brasile,
Londra. Nel 2017 è invitato a creare un’instalazione di 80m2 per la Piazza dei Tre Re nell’ambito dell'”Estate Fiorentina”. Lo stesso anno tiene la personale “TOXIC CADMIUM” alla Aria Art Gallery di Firenze. La stessa galleria lo porta alla “CI” -Contemporary Istanbul Art Fair 2017. Nel 2018 inizia la collaborazione con la Galleria VSArte di Milano(Brera) e lo stesso anno a luglio tiene la prima personale “Windsor Beauties” con la Aria Art Gallery, a Istanbul.
Solo Shows:
Solo Show,”SEVEN SISTERS” M A C Milano, Fondazione Maimeri, a cura di Andrea Dusio,
Milano 2020.
Solo Show at the Aria Art Gallery , “Windsor Beauties”, curated by Antonio Budetta, Istanbul 2018.
Solo Show at the Aria Art Gallery, TOXIC CADMIUM,curated by Antonio Budetta, Firenze 2017.
Solo Show at Embassy of Bosnia And Hercegovian, London 2016
Solo Show at ArtMoorHouse in association with Albemarle Gallery,curated by Tony Pontone and Elisa Martinelli, London2015
Solo Show”FLOW” Darren Baker Gallery, Curated by Jason Colchin-Carter & Agnieszka Perche,London 2015.
Solo Show ”FLOW” City Gallery Bihać, curated by: Nermin Delić & Adnan Dupanović, 2015
Solo Show”FLOW” G&M Galeria, Tuzla 2015
Solo Show”FLOW” National Art Gallery of Bosna and Hercegovina, Sarajevo 2015.
Solo Show_curated by Lejla Festic Britovsek ArmaMaxa_ VETRINSKI DVORI_ Slovenia MARIBOR_January 2015.
Solo Show “Heterotopias of Time” curated by Gabriella Daris at “Blacks”, SOHO , London 2013.
Solo Show “Anatomia di un lupo”, Aria Art Gallery, Florence 2011.
Double Solo Show with Elena Manzan “Back to Italy” (curated by Luca Beatrice), MACI, Isernia 2010.
Solo Show “IMAGO” at LATO studio Architect Designer, Prato 2010.
Solo Show “Mostra di disegni”, Etrarte, Florence 2010.
Double Solo Show with sculptor Lorenzo Vignoli, Ex Marmi, Pietrasanta 2009.
Solo Show “Firenze 2006, Berlin 2007”, SelvArtGallery, Bolzano 2007.
Solo Show “Gli occhi della gente” (curated by Maurizio Sciaccaluga), Il Castello Art Gallery, Trento 2006.
Solo Show “Vestigia Umane” (curated by Maria Livia Brunelli), Museo Nazionale Villa Pisani, Stra 2006.
Solo Show “Teste e/o mitologemi”, Circolo Arti Figurative, Empoli 2004. Groupe Shows: VS Arte_collettiva “Sguardi e Luoghi” opere pittoriche di Tarik Berber, Filippo Cristini, Max Gasparini e Tina Sgrò, MILANO 2018.
Opening “Group Show” at the new Aria ART Gallery in ISTANBUL,2018.
Winter Show part.1/Winter Show part.2, Albemarle Gallery, London, 2017.
Tedx Talk “Synergy”, group show curated by Blair Zaye, ADA Nation- al College for Digital Skills,Tottenham,London 2017.
Shortlisted Finalist at the Ibero-American ART AWARD Exhibition at the Embassy of Brasil, London 2016.
Mersad Berber & Tarik Berber at the Albemarle Gallery, Mayfair, London 2016.
NewYear/NewArtist/NewWork with Gordon Davidson/Tim Jones/Arshak Sarkissian at Albemarle Gallery, Mayfair, London2016.
February Group Show_Darren Baker Gallery_Curated by Jason Colchin-Carter and Agnieszka Perche_ IPA_Isis Phonix Arts_ LONDON 2015
Group Show at “100 Years Gallery” curated by Pascal Ancel Bartholdi and Jaimi Valtierra, London 2013
Group Show “Bosnian Culture ” Museo della Civiltà Romana , EUR, Roma 2012.
Double Solo Show with Elena Manzan “Back to Italy” (curated by Luca Beatrice), MACI, Isernia 2010.
Group Show “Oltrarno”, Palazzo Panciatichi, Florence 2010.
Group Show “Beauty Farm, la bellezza del corpo tra idealizzazione e ossessione”, Fondazione Durini, Milano 2010.
Double Solo Show with sculptor Lorenzo Vignoli, Ex Marmi, Pietrasanta 2009.
International Art Review “G. B. Salvi”, Sassoferrato 2005.
International Art Review Citta’ di Bozzolo (curated by Mauro Corradini), First Floor section, first prize awarded, 2005.
Group Show “Altre Voci altre stanze” (curated by Alessandro Riva),spazio Le Ciminiere, Catania 2005.
Biennale d’Arte Contemporanea Intransito, Museo Nazionale Castel Sant’Angelo, Rome 2004.
Group Show “L’arte in testa” (curated by Luca Beatrice), MACI, Isernia 2004. Group Show “Il Mugello dipinto”, Barberino di Mugello 2003.
Group Show “Il Mugello disegnato”, Palazzo Panciatichi, Florence 2002.
FRANCESCO CIAVAGLIOLI
Francesco Ciavaglioli nasce ad Avezzano (AQ) nel 1983. Studia presso l’Accademia di Belle Arti di Perugia nella quale consegue il diploma in Pittura col massimo dei voti con una tesi in estetica seguita dal il Prof. Tommaso Ariemma. Si trasferisce a Roma e intraprende le prime significative esperienze artistiche sperimentando diversi media con l’idea di approfondire le relazioni tra immagini e sistemi di riproduzione. Tra il 2015 e il 2017 è coinvolto in diverse residenze artistiche in Italia tra cui: Kilow’art (Kilowatt Festival, Sansepolcro – AR) a cura di Saverio Verini per la quale produce l’opera Adunanza, in collezione presso il Teatro alla Misericordia; Boss Art – Cosenza a cura di Alberto D’Ambruoso.
Negli stessi anni partecipa a mostre personali e collettive tra cui: 5 Mostre / The Picture Club a cura di Ilaria Gianni, Saverio Verini e Gianni Politi presso American Academy in Rome; Reversal Control a cura di Marta Silvi e Carla Capodimonte presso Palazzo Candiotti a Foligno (PG); Straperetana progetto di Paola Capata e Dello Durante a cura di Saverio Verini presso Pereto (AQ).
Nel 2019 allestisce la mostra Fremo Immagine presso lo Spazio Molini della Fondazione Pastificio Cerere a cura di Saverio Verini con il contributo critico di Cecilia Canziani. Poco dopo è finalista al Talent Prize per il quale partecipa alla mostra collettiva curata da Insideart presso l’Ex Mattatoio di Testaccio a Roma.
Nel 2020 si trasferisce a Milano, in giugno viene pubblicato per Rvm Hub un suo contributo letterario per la Raccolta Riscatti a cura di Ivana Marrone insieme ad altri artisti, scrittori ed esponenti della cultura italiana. Nello stesso anno arriva finalista al Premio Nocivelli. Attualmente vive e lavora a Milano ed è coinvolto nel progetto multidisciplinare Universal Gardens a cura di Cornelia Lauf.
#FRANCESCOCIAVAGLIOLI
#INDOORGARDENING
#UNIVERSALGARDENS
GIOVANNI DE GARA
Nato a Firenze nel 1977, l’artista Giovanni de Gara ha partecipato a numerose mostre collettive e personali, preferendo lavorare fuori dal contesto prettamente galleristico.
Laureato in Architettura, nel 2005 inizia a dedicarsi all’arte contemporanea e nel 2006 va a Londra con Snake Attack, un progetto sul peccato originale finanziato da GAI, Giovani Artisti Italiani.
Nel 2008 fonda a Firenze il FAF, Florence Art Factory, uno spazio industriale riconvertito in luogo di produzione culturale dedicato alla performance e alla musica elettronica.
Dal 2010 con il progetto A.N.A.S. “lavori di asfaltatura” asfalta le strade sterrate dei paesaggi dipinti nei quadri di altri pittori.
Nel 2012 a Berlino sviluppa il progetto People are waiting to die, tuttora in svolgimento.
Nel 2013 inizia l’attività di editore, stampando e distribuendo i volumi de La vera storia di un albero, ricavati riciclando legname di scarto o mobili rotti.
Nel Settembre del 2014, con la mostra personale “Giovanni de Gara: Uno, nessuno, centomila” alla galleria Spazio Testoni di Bologna, presenta il progetto Looking for the Pope, o meglio “due giapponesi cercano il Papa ma trovano il petrolio”. E’ l’inizio di un ciclo che racconta l’estinzione della specie.
Nel 2015, con altri artisti fiorentini, fonda il collettivo BenzoPlanet dedicato alla commercializzazione di prodotti concettuali, tra cui L’ago nel pagliaio, Straccio (il panno che non rilascia polvere) e Stay (le infradito per stare fermi).
Sempre nel 2105, a Firenze, con la performance Spring is late, espone abusivamente i suoi quadri nel piazzale degli Uffizi, in Piazza della Signoria e nel cortile di Palazzo Strozzi.
Nel 2016, un po’ stufo dell’isolamento nel suo studio e delle dinamiche del mercato ufficiale dell’arte, lancia il progetto Mensile d’artista e trova 100 collezionisti per lo adottano per un anno, ricevendo in cambio un’opera al mese.
Nell’estate del 2016 idea il progetto FRAGILE, un aggiornamento – a colpi di revolver, fucile a pompa e mitragliatori – delle mappe e delle guide turistiche delle città colpite dagli attentati terroristici del 2015-16.
Il 28 giugno 2018, dalla Basilica di San Miniato al Monte (Firenze), prende avvio il progetto Eldorato, una riflessione sul tema dell’accoglienza realizzata attraverso installazioni temporanee site-specific sulle porte di alcune chiese e di alcuni luoghi simbolici italiani che l’artista riveste con l’oro delle coperte termiche comunemente utilizzate per il soccorso dei migranti.
FABIO GIORGI ALBERTI
Fabio Giorgi Alberti vive a Bevagna, in Umbria, e ha lo studio a Cannara, in provincia di Perugia. Condivide lo studio con Adelaide Cioni, lo hanno chiamato Franca, e qui ospitano mostre e organizzano laboratori. Usa il film e il video, la scultura, le parole, la pittura, il disegno, per indagare il linguaggio e il rapporto dell’individuo con la realtà. Le opere sono connotate da un’ambigua semplicità, per la quale possono semplicemente essere viste e soddisfare un’esigenza visiva, ma possono anche essere lette più in profondità. Si può guardare, vedere o leggere ciò che è intorno: più si va a fondo, e più tutto diventa ambiguo e poco chiaro. Ha esposto in sedi istituzionali e spazi off sia in Italia che all’estero. Tra le varie mostre a cui ha partecipato ricordiamo: Chiave Umbra, a cura di Maurizio Coccia e Mara Predicatori, a Spello (Pg); Clouds and steel, a cura di Marta Silvi, a Una Vetrina, Roma; Language games, a cura di Jo Melvin, Franca, Cannara (Pg); Premio Hdrà, a cura di Valentina Ciarallo, Palazzo Fiano, Roma, 2019; Quite Solo, a cura di Marta Silvi e Carla Capodimonti, Albumarte, Roma, 2018; Straperetana, a cura di Saverio Verini, un progetto di Paola Capata e Delfo Durante, Pereto (Aq), 2017; The Milky Way 3, a cura della Fondazione Pianoterra, Galleria Giò Marconi, Milano, 2016; Matrimonio all’italiana, a cura di Home Movies e Nosadelladue, Ex Atelier Corradi, Bologna, 2016; Bomb Gallery Art Lazareti, Dubrovnik (Hr), 2015; Biotopographies, Citè Internationale des Arts, Parigi, 2014; A here in another now, a cura di Claudio Libero Pisano, La Colata project room, CIAC Genazzano, Roma, 2013; Tutto – Teoria e pratica di caos espositivo, a cura di Gabriele Gaspari e Sabrina Vedovotto, 26 cc, Roma, 2013; Above is only sky a Expograph, Vienna, 2012; Premio Roma centro storico, a cura di Cecilia Casorati, Palazzo del Monte di Pietà, Archivio del Consiglio di Stato, Roma, 2012; Bomb Gallery Preview Show, Galerie Axel Obiger, Berlino, 2012.
ALICE GOSTI
Alice Gosti, coreografa, regista, artista performativa ibrida, curatrice, DJ ed architetta di esperienze, lavora tra Seattle (USA) e l’Europa dal 2008. Nasce a Perugia in una famiglia di artisti, con madre statunitense e padre italiano. Si forma all’associazione Culturale Dance Gallery con Valentina Romito e Rita Petrone. Nel 2005 si trasferisce a Seattle per studiare danza all’Università di Washington. Gosti ha ricevuto numerosi premi, commissioni, e residenze per le sue opere ed il suo percorso artistico. Nel 2012 riceve il premio Vilcek Creative Promise in Dance, nel 2012 viene invitata a ImPulsTanz con la prestigiosa borsa di studio danceWEB, nel 2015 viene commissionata la creazione di un nuovo progetto per Velocity 2015 Made in Seattle Program e riceve il NEFA National Dance Project nel 2016. Nel 2017 Alice Gosti è una delle prime vincitrici del bando Italian Council indetto dalla Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane del MiBACT nato con il preciso compito di promuovere la produzione, la conoscenza e la disseminazione della creazione contemporanea italiana nel campo delle arti visive. Le opere di Gosti sono state commissionate e presentate in istituzioni pubbliche e private a livello nazionale ed internazionale, tra cui: scuole, università, teatri, gallerie e musei. Nel 2019 Alice Gosti fonda MALACARNE.
Alice crea socio-political performance spectacles. Come la storia e la politica entrano nel corpo e condizionano il modo in cui ci muoviamo e ci relazioniamo é alla base del suo lavoro. Dance Magazine ha definito le creazioni di Gosti come indisciplinate, rigorose, funzionali, ribelli, e maliziose.
http://gostia.com
Instagram @gostiaa @malacarneco
JESSICA IELPO
Ielpo Jessica nasce a Trecchina, piccolo paese della Basilicata in provincia di Potenza nel 1990.
I suoi primissimi interessi verso l’arte la conducono ad approfondire le sue conoscenze, prima al Liceo Artistico di Maratea e successivamente si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Firenze, specializzandosi in Scultura.
Compie un Erasmus all’Accademia Marmara a Istanbul, dove lavora il marmo e si avvicina alla lavorazione del legno. Durante e dopo gli studi, visto il suo principale interesse alla scultura marmorea, compie tirocini e stage tra Pietrasanta e Carrara. A Pietrasanta, sotto l’ala di un maestro inglese, si riavvicina al classico e alla lavorazione del marmo tradizionale. Compie dei corsi formativi per O.M.G. in Equador, dove insegna scultura, modellato e disegno. Partecipa a varie mostre collettive tra la Toscana, la Basilicata e Sicilia. Realizza la sua personale alla Galleria Roma di Siracusa (SR) con “Contaminazioni”. Nel 2015 inizia la partecipazione a svariati simposi di legno, pietra e cioccolato in tutta Italia. Realizza le sue opere e lavora anche su commissione. Attualmente lavora e vive a Pietrasanta (LU) dove ha un suo studio personale.
Il suo interesse anche per il legno la porta a sperimentare un modo di lavorazione particolare, dove in primis il connubio dei due materiali (marmo e legno) crea un’opera unica. Successivamente questo la porta a lavorare il marmo in maniera tale da eludere il legno creando cosi un alterazione materica. Opere quindi di Marmo bianco bruciato che esprimono purezza , mancanza e trasformazione. Quest’alterazione ovviamente è riferita al corpo umano e di come esso cambia e si trasforma, precisamente in relazione alle malattie attuali. Un’alterazione del corpo che toglie consuma, contagia il corpo in un processo de-compositivo proprio come il fuoco agisce sul legno. Legni contorti o che si intrecciano quindi che creano una trasformazione nel tempo o legni che lasciano un impronta nel marmo al suo negativo simbolo di mancanza ,dunque legni bruciati o frammenti di corpo nascono dalle sue opere . Ecco come l’artista ci offre un’immagine chiara e profonda dell’uomo attuale e delle sue problematiche nel mondo, una rappresentazione della nostra vita e di ciò che siamo.
MATTIA MICHELI
Nato a Perugia nel 1989, Mattia Micheli è un artista visuale che lavora principalmente con il mezzo della fotografia documentaria.
Dopo essersi diplomato alla Fondazione Studio Marangoni e aver lavorato come assistente per artisti come Abelardo Morell e Steve Double inizia a lavorare come fotografo per assignment editoriali e pubblicitari. Le sue fotografie vengono pubblicate dalle principali riviste italiane e straniere (BBC Focus,Der Greif, D la Repubblica, De Morgen, de Volkskrant, Forbes, Le Point, la Repubblica, La Stampa, Neue Zürcher Zeitung, Munchies, Port Magazine,Sportweek, Wired, Vice, The Stylist, The Guardian, The Telegraph).
I suoi progetti personali appaiono in mostre personali e collettive in Italia e all’estero in numerosi festival fotografici (Emcontros da Imagem, Image Vevey, Athens PhotoFestival, Gazebook, Slideluck, Voies Off, Krakow Photomonth, Photolux). Durante gli ultimi anni ha seguito un progetto personale sul controverso tema dell’ utilizzo civile di armi da fuoco in Italia. Attualmente sta lavorando ad un progetto relativo al processo di antropizzazione delle Alpi. Il suo lavoro esplora specifici codici culturali in ambienti sociali poco esplorati ed aree difficilmente accessibili. Le sue immagini si concentrano spesso con tagliente ironia su dettagli elusivi, misunderstanding e ambivalenze; negando l’imposizione di un singolo sviluppo del racconto documentario, caratterizzato da un approccio non oggettivo. Il suo lavoro è attualmente rappresentato da Parallelozero e Institute Artists. Ha lavorato in ambito commerciale per una vasta gamma di clienti.
(Amazon Prime Video, Aiym Studio, Blink, Boom Image Studio, Contrasto, Home In Italy, Isole & Olena, International Journalism Festival, Luxury Retreats, National Geographic, Musei Civici Fiorentini, Pitti, Rubner Haus).
RICCARDO PALLADINO
Riccardo Palladino (Terni, 1982) è filmmaker, saggista e docente di linguaggio cinematografico. Dopo gli studi al DAMS di Bologna inizia a lavorare come filmmaker con particolare attenzione al documentario di creazione. È operatore di ripresa per il film Vestiti di Vita di Daniele Segre.
Del 2014 è il suo primo mediometraggio documentario, Brasimone, inserito tra i migliori film d’esordio, per la sezione del cinema del reale, nel libro “Esordi Italiani. Gli anni Dieci del cinema” (Marsilio, 2015). Tra i festival a cui ha partecipato Brasimone: Visions du Réel, Bellaria Film Festival (Premio Gianni Volpi), Visioni Fuori Raccordo (menzione speciale), Perso – Perugia Social Film Festival, Trento Film Festival.
Nel 2017 realizza Il Monte delle Formiche, documentario prodotto da Cameramano, Minollo Film con RAI cinema, che ha avuto l’anteprima mondiale al Locarno Festival nel concorso Cineasti del Presente. Il film sostenuto dai premi del Milano Film Network è stato presentato a diversi festival internazionali tra cui Mar del Plata (Argentina), Annecy Cinema Italien (Francia), DocumentaMadrid (Spagna), Punto de Vista (Spagna), Cinemambiente (premio miglior documentario italiano), Filmmaker Fest, Trento Film Festival, Porto/Post/Doc, Perso – Perugia Social Film Festival, Cinema Vérité – Iran International Documentary Film Festival, Frontera-Sur, Working Title Film Festival (menzione speciale).
Nel luglio 2020 il film è stato trasmesso su RAI3 all’interno di Fuori Orario.
Autore del libro Cinema moderno e costruzione storica, ha scritto anche diversi saggi su cineasti quali Alberto Grifi e Liliana Cavani. Dal 2011 insegna Linguaggio cinematografico e televisivo.
È stato consulente scientifico del festival di cinema documentario Sguardi sul Reale di Terranuova Bracciolini (AR) dal 2015 al 2017. Ha collaborato alla direzione artistica del Biografilm Festival di Bologna nel biennio 2008/2009 e nel 2006 alla direzione artistica del Film Festival Popoli e Religioni di Terni.
Filmografia:
Il Monte delle Formiche (ITA/2017/63′)
Brasimone (ITA/2014/45′)
Marisa (ITA/2012/8′)
Full time (ITA/2011/10′)
FRANCESCO PETRONE
FRANCESCO PETRONE (Foggia 1978) vive e lavora a Roma. Si laurea con lode nel 2002 presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia, con tesi sulla figura degli eroi marginali, seguita dal Professore e Artista Giovanni Albanese.
Per anni lavora come scenografo per il teatro e per il cinema, attualmente è docente presso il Liceo Artistico Argan di Roma.
Artista, scultore, lavora con ironia, sarcasmo, e contestualmente con poetica molto intensa, sul rapporto tra società e cultura popolare contemporanea, costruendo un immaginario fatto di controsensi, provocazioni, corto circuiti e citazioni, attraverso un linguaggio che egli definisce “una pop-art, trasfigurata, bella cruda”.
Una ricerca artistica che da anni lo porta ad operare con materiali industriali: preminentemente cemento armato, ma anche ferro, resine, ottone, stagno; materiali con i quali racconta una visione della cultura italiana e occidentale attraverso progetti che mantengono un medium comune, ma che indagano tematiche ed urgenze differenti.
Il cemento armato, “cemento e ferro” inteso come “carne e ossa”, rapportato alla durata e caducità della vita umana stessa. Materiale che, se non manutenuto, subisce una lenta ed evidente usura, rapportabile appunto a quella umana. Materiale che affascina l’artista, per l’estetica, cruda, sintetica, imprecisa, ma forte, e per il suo procedimento produttivo, quasi biblico: “una roccia fatta polvere, che torna roccia.”
Le ricerche di Petrone sono presenti in una serie di installazioni ed esposizioni, come quelle per il MACRO di Roma, il MAAM di Roma, Il Museo Diffuso di Formello, il Museo Crocetti di Roma, La Biennale di Scultura di Piazzola sul Brenta, La Biennale di Viterbo, l’Apulia Land Art ad Alberobello (Ba), il Museo Omero di Ancona, la Galleria di Arte Moderna di Perugia ed il Museo d’Arte di Catanzaro.
L’opera, Monumento ai Decaduti, è stata collocata nella Piazza Bologna di Roma il 20 luglio 2017.
Il recente e significativo progetto Amen, è costituito da dodici sculture prevalentemente in cemento, tra queste Souvenir da una Croce, che racconta la mercificazione dei simboli riconducibili all’espressione intima dell’uomo, anche attraverso la materia e la fede, pubblicata nel volume Volgeranno lo sguardo, la Passione di Gesù: Vangeli, Storia, Sindone, Iconografia (Lateran University Press, Città del Vaticano, 2017).
Le ultime ricerche lo portano a mettere in dialogo il cemento con altri prodotti e materiali: pane, verdure, muffe, terra, tessuti realizzati a mano, ma anche ferro, legno, ottone e rame.
La narrazione di Petrone è concentrata sugli usi e (contraddittori) costumi italiani moderni e contemporanei. Un vivere fatto di scaramanzia, fede, incoerenza, violenza. Il processo è quello “fotografico”, ovvero della realizzazione di installazioni scenografiche contenenti micro-storie, completate dal titolo che diventa didascalia e parte integrante della stessa opera.
GIUSEPPE SCIORTINO
Giuseppe Sciortino nasce a Palermo nel 1988. Dopo aver frequentato il liceo artistico Eustachio Catalano, si trasferisce a Firenze per seguire i corsi di Pittura del Prof. Adriano Bimbi all’Accademia di belle arti, presso la quale si diploma nel 2011. Da allora svolge la professione di pittore a tempo pieno, collaborando a vari progetti di Pittura e residenze d’artista. Inoltre da qualche anno si dedica all’insegnamento privato del disegno e della pittura. MOSTRE 2020 Finalista premio Artkeys, Castello Angioino Aragonese, Agropoli, Salerno; 2020 Finalista premio Mestre, Centro Candiani, Venezia; 2019 Confini soggettivi, Chiasso Perduto, Firenze; 2018 Ripensare l’umanità in noi. Immagini dalla germinazione fiorentina, Sala delle colonne, Palazzo comunale Pontassieve (FI), Villa Pecori-Giraldi, Borgo San Lorenzo (FI); 2017 Lo spirito del lago. Il paesaggio come ritratto e partitura musicale, Palazzo della cultura, Stazzema (LU); 2017 Ripensare l’umanità in noi Immagini dalla germinazione fiorentina, Oratorio di Santa Caterina, Ponte a Ema (FI); 2017 4×1=1° Giovani artisti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze per Primo Conti, Museo Primo Conti, Fiesole (FI); 2017 Visite nelle case d’artista: Certamente, la casa di Xavier Bueno, Accademia delle Arti del Disegno, Firenze; 2016 Lo spirito del lago, Il paesaggio come ritratto e partitura musicale, Antico opificio La Brilla, Massa Rosa (LU); 2016 Artisti di Erba d’Arno presentati da Mauro Pratesi Fondazione I. Montanelli, Palazzo della Volta, Fucecchio; 2016 Perceptive moments. Giuseppe Sciortino Personal exhibition, Ganzo Gallery, Firenze; 2016 Lo spirito del lago Il paesaggio come ritratto e partitura musicale, Antico opificio La Brilla, Massa Rosa (LU); 2015 Don Milani. Il mio maestro, Chiostrino di San Marco, Firenze; 2015 Terrarossa, Fornace Pasquinucci, Capraia; 2014 Mille anni di spirito e natura, Fornace Pasquinucci, Capraia; 2014 Finalista Premio Combat, Museo Civico Giovanni Fattori, Livorno; 2014 Terrarossa, Licciana Nardi, Castello di Terrarossa; 2013 Non sono che un uomo – La vita e i luoghi di Ernesto Balducci nelle immagini di venti giovani pittori, Licciana Nardi, Castello di Terrarossa; 2013 Mille anni di spirito e natura, Monastero di Camaldoli, Poppi; 2012 Non sono che un uomo – La vita e i luoghi di Ernesto Balducci nelle immagini di venti giovani pittori, Villa Sforzesca, Castell’Azzar-Palazzo Pretorio, Barberino di Mugello-Palazzo Medici Riccardi, Firenze. PUBBLICAZIONI 2017 Ripensare l’umanità in noi, Polistampa, Firenze; 2016 Artisti di Erba d’Arno presentati da Mauro Pratesi, Fucecchio; 2016 Perceptive Moments, Florence University of the Arts, Firenze; 2016 Lo Spirito del Lago, Bendecchi e Vivaldi, Pontedera; 2016 Premio Combat Prize, artisti segnalati, Sillabe, Livorno; 2015 Don Milani. Il mio maestro, Polistampa, Firenze; 2015 Giuseppe Sciortino in Erba D’Arno, Industria Grafica Nuova Stampa, Montelupo Fiorentino; 2014 Premio Combat Prize, Finalisti, Sillabe, Livorno; 2014 Terrarossa, Polistampa, Firenze; 2014 Non sono che un uomo. La vita e i luoghi di Ernesto Balducci, Caleidoscopio, Fiorentino