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FAITH
Fuori concorso

FAITH
di Valentina Pedicini
Italia, 2019, 94’
Domenica 10 ottobre PostModernissimo ore 21.30

Regia: Valentina Pedicini
Sceneggiatura: Vaneltina Pedicini
Musiche: Federico Campana
Montaggio: Luca Mandrile
Fotografia: Bastien Esser
Suono: Simone Brizio, Oscar Stiebitz
Produttore: Donatella Palermo

Sinossi

Sulle colline marchigiane dal 1998 si è formata una comunità della quale fanno attualmente parte ventidue persone (di cui due bambini nati nella comunità stessa) guidata da un maestro di kung fu che li ha chiamati Guerrieri della Luce. I Monaci Guerrieri, ex campioni di arti marziali, da vent’anni si preparano ad una guerra più “alta”, tra preghiere notturne e allenamenti massacranti.. Essi sono pronti a combattere, grazie ad un costante esercizio fisico sulla base della pratica di arti marziali, la battaglia finale per portare,nel nome della fede cristiana, la Luce in questo mondo. Valentina Pedicini ha vissuto con loro per quattro mesi e ne documenta l’attività quotidiana. Un viaggio poetico ed emotivo in un mondo sconosciuto, un film per indagare le motivazioni profonde di una scelta radicale, le ragioni della devozione. Cosa si è disposti a perdere, per vincere in nome della fede?

Note

La storia delle arti marziali ci insegna che le stesse hanno un legame indissolubile con la vita monastica essendo la loro genesi collocabile nel monastero Shaolin in Cina. Corpo e mente esistono in un dualismo che finisce con l’essere solo apparente. Quello che emerge dal documentario girato da Pedicini in uno splendido bianco e nero (gli unici due colori ammessi negli indumenti della comunità a rappresentare la purezza del bene e l’oscurità del male) è un mix di elementi difficili da valutare da parte di chi li osserva. Dalla lettura di quanto Valentina Pedicini ha riferito alla stampa emerge ad esempio la presenza di un portavoce che fa da legame, ove necessario, con il mondo esterno. Nel film però non è chiaro come, in assenza di qualsiasi media che li metta in comunicazione con ciò che sta ‘fuori’, i Guerrieri possano essere dotati di tutto quanto è necessario per la vita quotidiana.
C’è poi questo forte segno di religiosità cristiana (anche se la Chiesa non ha dato loro alcun riconoscimento ufficiale) che sembra contrastare con la musica techno sparata spesso a tutto volume con richiami che suonano quasi come ancestrali e, ci si passi il termine, pagani. Quello che risulta sicuramente portato a buon esito è il tentativo di non giudicare da parte di chi ha ‘osservato’ per lungo tempo questa comunità. Pedicini non utilizza mai il mezzo per pre-costruire un giudizio (positivo o negativo che sia). Ci lascia però comprendere che, a differenza che in altre realtà, questa (che il Maestro non vuol sentire definire come setta) è una comunità in cui non si viene cooptati senza avere alcuna via d’uscita. Chi finisce con il non comprendere più quale sia il senso del vivere secondo quelle particolari regole, così come è arrivato può andare via. Resta come quesito su cui tornare alla fine della visione la citazione da “Il deserto dei tartari” di Buzzati: “Tutti là dentro si erano dimenticati che in qualche parte del mondo esistevano fiori, case allegre e ospitali. Tutto là dentro era una rinuncia, ma per chi, per quale misterioso bene?”

VALENTINA PEDICINI

Valentina Pedicini nasce a Brindisi nel 1978. Muore a Roma il 20 novembre 2020. Appena diciottenne si dedica agli studi di Dialettologia e Linguistica Italiana; dopo aver lavorato come scrittrice di soggetti e sceneggiature cinematografiche, approda alla ZeLIG, Bolnzano, dove frequenta un corso sullo sviluppo del prgetto filmico “Raccontare l’Avventura, e poi la scuola di formazione triennale. Il mondo femminile e il meridione sono i temi portanti della sua filmografia; i suoi corti “Pater Noster” e “Mio Sovversivo amore”, realizzati durnate la formazione alla ZeLING, sono selezionati in numerosi festival nazionali e internazionali. Si diploma nel 2010 con il film “My Malboro city. Il suo primo film, terminati gli studi, è “Dal Profondo” del 2013 e racconta la storia di Patrizia, ultima minatrice italiana della Sardegna.Con questo lavoro Valentina riceve numerosi riconoscimenti, vince il Premio Solinas, entra nella cinquina dei film per il David di Donatello e riceve il premio come miglior documentario italiano al Festival di Roma. Nel 2016 esce il suo primo cortometraggio di finzione, “Era Ieri”, un film autobiografico che viene selezionato alla Settimana Internazionale della Critica al Festival di Venezia. Nel 2017 realizza il suo primo lungometraggio “Dove cadono le ombre”, Ispirata dalla vera storia di Mariella Mehr. È un film di denuncia sociale con il quale porta alla luce un drammatico programma di eugenetica perpetrato dall’associazione “Pro Juventute” nei confronti dell’etnia Jenisch. Il film viene presentato alle Giornate degli Autori al Festival di Venezia.Nel suo ultimo film “Faith” del 2019, Valentina ritorna da Laura, la protagonista di “Pater Noster” – il suo primo film di esercitazione alla ZeLIG –  e riprende il racconto della comunità dei “Guerrieri della Luce”, della quale Laura fa parte. “Faith” viene presentato nel concorso lungometraggi all’International Documentary Filmfestival Amsterdam (IDFA) e ottiene subito importanti riconoscimenti dal pubblico e dalla critica di mezzo mondo; è tra i candidati ai Nastri d’Argento, riceve due premi al ShorTS International Film Festival ed è vincitore del prestigioso festival Docs di Barcellona.