Genere: Inchiesta sociale, Televisivo
Anno: 1975
Regia: Marco Bellocchio, Silvano Agosti, Stefano Rulli, Sandro Petraglia
Fotografia: Ezio Bellani, Dimitri Nicolau
Montaggio: Sandro Petraglia, Silvano Agosti, Marco Bellocchio, Stefano Rulli
Produzione: 11 Marzo Cinematografica per Assessorato Provinciale della Sanità di Parma e Regione Emilia-Romagna
Distribuzione: Indipendenti Regionali
Paese: Italia
Durata: 140 Min
Sinossi:
Girato in 16 mm nel manicomio di Colorno e finanziato dalla Provincia di Parma, è la riduzione di “Nessuno o tutti”, film documento in due parti: “Tre storie”, “Matti da slegare”. Non ha pretese scientifiche. Non è in senso stretto nemmeno un’inchiesta, ma piuttosto una testimonianza e una denuncia. La tesi è racchiusa nel titolo: i malati mentali sono persone “legate” in molti modi e per diverse cause. Se si vuole curarli occorre slegarli, liberarli, reinserirli nella comunità. Il film
testimonia che spesso la malattia mentale ha origini sociali, di classe; l’irrazionalità degli asociali è una risposta all’irrazionalità della società; l’assistenza psichiatrica può essere non soltanto uno strumento di segregazione e di repressione, ma anche di sottogoverno e di potere economico. Il film conta e vale come atto di amore e di rispetto per l’uomo che, anche quando è “diverso” e malato in modo sconvolgente, è sempre preso sul serio. La finale festa danzante è un grande momento di cinema. Vale anche per la capacità di rivelazione degli esseri umani, capaci per ragioni soltanto in parte spiegabili di diventare personaggi.
CRITICA:
“Uno dei pochi esempi davvero convincenti di cinema militante italiano, capace di sviscerare il tema della “pazzia” con un’analisi reale che si giova degli apporti e delle lotte degli antipsichiatri e delle esperienze di recupero con gli operai emiliani.” (Paolo Mereghetti , “Dizionario dei film”, Baldini Castoldi Dalai, 2001).