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Sabato 30 settembre

Cinema Méliès - Via della Viola, 1

Scheda tecnica

Regia:Firouzeh Khosrovani

Produzione:Fabien Greenberg & Bård Kjøge Rønning

Sceneggiatura:Firouzeh Khosrovani

Fotografia:Mohammad Reza Jahanpanah

Montaggio:Farahnaz Sharifi, Rainer Maria Trinkler

Suono:Ensieh Maliki, Hugo Ekornes

Musica: Peyman Yazdanian

Co-produzione: Majid Barzegar, Firouzeh Khosrovani, Joël Jent & Janne Hjeltnes

Direttore artistico: Morteza Ahmadvand

Sinossi

Il film ripercorre la storia familiare della regista. Firouzeh Khosrovani, figlia di padre laico e madre musulmana praticante, è il prodotto del conflitto tra laicità e ideologia islamica in Iran.
La relazione dei suoi genitori attraversa molti decenni: dall’era dello Scià alla Rivoluzione Islamica, passando attraverso la guerra Iran-Iraq, fino ai giorni nostri. Nella sua famiglia, come in tante altre, gli effetti della rivoluzione islamica hanno influito su ogni aspetto della quotidianità. Mentre il padre continua ad ascoltare Bach, la madre si dedica all’attivismo religioso, eliminando da casa le carte da gioco e le foto di donne senza hijab.
Attraverso fotografie, lettere e voci dal passato, la regista racconta la sua infanzia, la storia di una famiglia divisa e di una figlia combattuta. La sua storia privata diventa metafora dei cambiamenti della società iraniana negli ultimi quarant’anni.

Note di regia

A casa mia è avvenuta una rivoluzione che ha influenzato ogni aspetto della nostra
vita. Ciascuno dei miei genitori ne rappresentava una parte.
Io ho creato dei confini neutrali all’interno delle loro zone di controllo, confini poco
chiari che nessuno dei due ha mai riconosciuto.
La religione ha cominciato ad insinuarsi nelle crepe. Vino, musica e danza, sotto
l’ordine di Fatwa, erano vietati. Il quadro con la copia di Venere di Velasquez è stato
eliminato dalle pareti di casa perché rappresentava la nudità.
La rivoluzione ha dato a mia madre il ruolo di una combattente religiosa. Ha provato
a convertirmi, cosa che spaventava molto mio padre. La religione è diventata il suo
incubo.
Tutte le cose “impure” che mia mamma ha tolto da casa, sono state sostituite da
iconografie islamiche. Le nuove immagini che hanno riempito i muri di casa nostra
erano i versi del Corano, l’immagine dell’Imam Ali e un dipinto di Imam Hossein
senza testa sul suo cavallo.
Questo film è la narrazione dei conflitti nascosti e palesi che hanno influenzato le
nostre vite. Le immagini vietate sono diventate il punto fondamentale della storia.
I nudi di Velasquez erano considerati volgari e dovevano essere tolti dalle pareti.
Mia mamma lottava con le immagini di se stessa senza veli, strappandole dagli
album di famiglia. Io con l’immaginazione cercavo di rimettere insieme i pezzi che
mancavano dalle foto, disegnando le parti mancanti dei torsi e dei corpi senza
braccia. Durante la mia infanzia sono stata costantemente costretta a scegliere tra
i miei genitori; ogni singolo giorno subivo l’imposizione da una parte e
l’accettazione dall’altra. La rivoluzione aveva svolto il suo ruolo, portandosi dietro le
sue conseguenze.

Firouzeh Khosrovani

Nata a Teheran, Firouzeh Khosrovani si trasferisce in Italia per seguire i suoi studi
artistici all'Accademia della Belle Arti di Brera.
Dopo la laurea nel 2002 torna in Iran per seguire un master in giornalismo.
Ora vive tra Teheran e Roma. Il suo film d'esordio, Life Train (2004) è un documentario
sulla terapia “ludica” per i bambini traumatizzati dopo il terremoto di Bam. Nel 2007, ha diretto Raugh Cut, un film sui manichini di plastica mutilati nelle vetrine dei negozi di Teheran, che ha vinto ben tredici premi internazionali.
Il suo penultimo lavoro, Fest Of Duty, segue due ragazze che passano dall’adolescenza all’età adulta, otto anni dopo la loro “Cerimonia del Dovere”. Il film ha vinto il premio OXFAM
dell'IDFA nel 2014. Radiograph Of A Family ha vinto come miglior film all’ IDFA 2020.

Filmografia

Premi e festival:
2020
World Premiere IDFA Competition for feature length documentary

Firouzeh Khosrovani