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Vedo Rosso
PerSo Short

Di Adrian Paci
Italia, 2020, 11′ 38”

Giovedì 7 ottobre Cinema Zenith ore 17.00
Venerdì 8 ottobre PostModernissimo ore 15.00 (replica)

SCHEDA FILM

Regia: Adrian Paci
Testo e voce: Daria Deflorian
Courtesy l’artista, kaufmann repetto, Peter Kilchmann Gallery e Fondazione In Between Art Film
Commissionato e prodotto da: In Between Art Film per il progetto Mascarilla 19 – Codes of Domestic Violence

Sinossi breve

In Vedo rosso le immagini sono pressoché assenti: lo schermo è saturo di un rosso palpitante che, solo per alcuni istanti, è interrotto dalla comparsa di un occhio. La scelta, quasi paradossale, di affrontare il dramma della violenza domestica attraverso la negazione dell’immagine rivela una sorta di “impossibilità” del racconto: il rosso, infatti, è quello di un dito che ostruisce la telecamera del telefonino, una sorta di errore, di disturbo della registrazione delle immagini che sovente accade. È come se l’obiettivo del cellulare non riuscisse a riprendere l’ambiente domestico e fosse continuamente frustrato, ricacciato in una dimensione claustrofobica.

Le immagini, che appaiono fugaci, sono frammenti di ritratti filmici di rifugiate siriane che Paci ha girato a Beirut nel 2018: anche qui siamo di fronte a un movimento – quello migratorio e legato alla salvezza – che viene negato, insieme con la possibilità, spesso sottratta ai rifugiati, di raccontare la propria storia al di là delle semplificazioni prodotte dei media.

Un testo originale scritto e interpretato dall’autrice teatrale e attrice Daria Deflorian fornisce la struttura narrativa: qui il potere del racconto trasforma l’assenza di immagini in uno spazio drammaturgico e di ascolto cui lo spettatore non può sottrarsi, e che trasmette tanto la complessità e le contraddizioni dell’abuso quanto la viscosità di certe relazioni.

Vedo rosso è una polifonia per colore e voce, una tessitura che intreccia tre forme di isolamento, di costrizione e di negazione tanto spaziali quanto interiori e che tematizza sia il limite – fisico, psicologico, individuale e collettivo – sia il desiderio del suo superamento.

Adrian Paci

Sin dalla fine degli anni Novanta, Adrian Paci (1969, Shkodër, Albania. Vive e lavora a Milano) ha sviluppato una pratica artistica che contempla video, film, pittura, fotografia e installazione. Centrale nel suo lavoro è il tema della dislocazione, che Paci affronta attraverso la rappresentazione dei flussi migratori globali e, con linguaggio poetico e metaforico, trattando la trasformazione delle immagini tra cinema e pittura, la natura cangiante della memoria personale e il rapporto tra immagini in movimento, storia e realtà.